Per quante ore deve stare accesa la pompa per piscina

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Non basta costruire una bella piscina che consente di trascorrere piacevoli momenti all’insegna del relax. Occorre infatti considerare tutta una serie di aspetti strettamente tecnici, fra cui il corretto uso della pompa, al fine di mantenere l’acqua sempre cristallina.

Bisogna tener presente che l’acqua in movimento sarà meno sensibile alle contaminazioni rispetto a ciò che avviene con i liquidi stagnanti. Una continua circolazione si rivela determinante per contrastare la formazione delle alghe e di conseguenza mantenere l’acqua balneabile.

Ecco, quindi, che tante persone si domandano per quante ore deve stare accesa la pompa della piscina. Vediamo, qui di seguito, quello che bisogna sapere su questo argomento.

La pompa filtro della piscina deve stare sempre accesa?

Prima di rispondere a questa domanda, è bene precisare che la circolazione dell’acqua viene generata dal sistema di filtrazione della piscina che integra per l’appunto la pompa. Quest’ultima aspira l’acqua per poi spingerla fuori mediante il filtro, catturando al contempo sporco e batteri.

Alla luce di quanto spiegato, tanti pensano che mettendo in funzione la pompa costantemente l’acqua sarà più pulita. In realtà questo non è possibile, quindi la soluzione ideale è filtrare l’acqua e successivamente avviare la pompa per un certo numero di ore.

In buona sostanza, allo scopo di rendere l’acqua della piscina limpida, basta pianificare il funzionamento della pompa in maniera da riuscire a filtrare l’intero volume dell’acqua almeno una volta al giorno. Il numero di ore per trattare tutto il quantitativo d’acqua viene definito tasso di ricambio.

Chi utilizza la pompa della piscina più a lungo del tasso di ricambio non fa altro che sprecare energia e quindi aumentare significativamente i costi in bolletta ma non solo, visto che i componenti della piscina saranno destinati a usurarsi prima del previsto.

In linea generale la pompa dovrà restare accesa fra le 6 e le 12 ore, perché tutto dipende dalle dimensioni della piscina. In ogni caso per conoscere il tempo esatto occorre calcolare il tasso di ricambio.

Calcolo della portata

Quando arriva il momento di scegliere una pompa di filtrazione occorre valutare un criterio molto importante, cioè la portata. La prima cosa da fare, pertanto, è necessario determinare il volume della piscina, ovvero conoscere quanti metri cubi d’acqua contiene. In mancanza di questo dato si può conteggiare il volume considerando la forma e le dimensioni della piscina.

Ecco le formule da applicare per ricavare il volume

Una volta che si conosce con precisione il volume della propria piscina, si procede con il calcolo della portata, ovvero del quantitativo d’acqua che deve essere filtrata in un determinato lasso di tempo e che viene espressa in metri cubi/ora. Più nel dettaglio, questo valore viene determinato sulla base della filtrazione dell’acqua della piscina in circa 4 ore.

A titolo di esempio, quando il volume della piscina è pari a 48 metri cubi, il volume dell’acqua che il sistema di filtrazione dovrà trattare sarà di 12 metri cubi all’ora, ovvero 48÷4. Quando invece il volume della piscina è maggiore, cioè 80 metri cubi, l’acqua che bisogna filtrare è di 20 metri cubi l’ora (80÷4).

Stabilire la durata della messa in funzione della pompa della piscina non è sufficiente, in quanto è fondamentale tener conto anche del momento della giornata in cui avviene l’avvio.

Quando, ad esempio, si deve filtrare l’acqua nell’arco di 6-12 ore al massimo, non vuol dire che il trattamento sarà consecutivo. Infatti, al fine di abbassare i consumi e ricevere bollette meno salate, si può far funzionare la pompa nelle ore non di punta, cioè in quelle fasce in cui l’energia costa meno.

A questo riguardo si può accendere la pompa solo per tre ore al mattino presto e per il restante tempo durante la sera. La propria società fornitrice di energia elettrica potrà indicare quali sono le tariffe standard e più economiche, così da programmare opportunamente il funzionamento della pompa.

In certe situazioni può comunque capitare di dover mettere in funzione la pompa ogni volta che si utilizzano prodotti chimici, in maniera che questi si distribuiscano uniformemente all’acqua. Questo succede non solo in caso di manutenzioni shock, ma anche nelle ipotesi di normali aggiunte di cloro, per cui sarà indispensabile avviare la pompa subito allo scopo di sciogliere meglio i prodotti.

Ci possono essere infine dei casi in cui il funzionamento della pompa avviene nei momenti più soleggiati della giornata, ovvero quando i raggi solari bruciano il cloro, per cui la movimentazione dell’acqua diventa determinante per contrastare gli effetti del sole.

Regolazione della velocità della pompa

Oltre a definire per quante ore deve restare accesa la pompa per la piscina si deve valutare se farla lavorare o meno a pieno regime. Tante persone non sanno che regolare al massimo la pompa è sbagliato. Si può infatti passare da una pompa di filtrazione a velocità singola a quella variabile, accorgimento utile per ottenere massima efficienza. Con una pompa che permette la regolazione della velocità sarà infatti possibile risparmiare nel breve e lungo periodo, quindi abbattere inutili sprechi energetici.

Le pompe a velocità variabile sono inoltre maggiormente silenziose rispetto a quelle tradizionali e durano di più. Le soluzioni a velocità multipla permettono inoltre di scegliere quando è necessario un intervallo di filtrazione aggiuntivo e intenso, per poi ritornare all’impostazione più bassa ed ecologica.

Per questo si può optare per una pompa a sabbia con regolazione della velocità, ideale per piscine di ogni dimensione, in modo da abbassare i tempi di trattamento dell’acqua rispetto alle classiche cartucce.

Nei fatti, quindi, il funzionamento continuo e costante della pompa non è per nulla proficuo, pratico e indispensabile. Basta solo che l’acqua riesca a passare attraverso il filtro una volta al giorno per avere una piscina sempre ben pulita.

Quante ore deve funzionare il clorinatore

Restando in tema di filtraggio acqua piscina un ruolo determinante viene svolto dal clorinatore, strumento che sfrutta il processo di elettrolisi per poter generare il cloro puro e di conseguenza disinfettare a fondo l’acqua. Grazie al clorinatore sarà possibile ridurre il quantitativo dei prodotti chimici che, con il passare del tempo, finiscono non solo per rovinare la vasca, ma anche per provocare sgradevoli odori, danni alla pelle e agli occhi.

Noto anche come generatore di sale, il clorinatore è quindi in grado di tramutare il cloruro di sodio, quindi di trasformare il comune sale da cucina in cloro, il tutto sfruttando il processo chimico dell’elettrolisi salina. Siamo quindi di fronte a un macchinario altamente performante e necessario per la corretta igiene dell’acqua della piscina.

In merito ai tempi di funzionamento del clorinatore occorre valutare la durezza dell’acqua e la tipologia della piscina.

Più in particolare, per le piscine fuori terra il processo di ionizzazione avviene attraverso una centralina. L’acqua pulita viene poi introdotta nella piscina tramite lna pompa. In buona sostanza il clorinatore resta all’esterno e pertanto sfrutterà il sistema di filtraggio della piscina stessa.

Nel caso delle piscine interrate, invece, esiste la possibilità di montare delle centraline di dosaggio direttamente dentro la vasca, senza effettuare lavori invasivi o modifiche sostanziali agli impianti già presenti. Il lavoro del clorinatore resta poi lo stesso a quello che avviene per le piscine fuori terra, ma con il grande vantaggio di avere a disposizione all’interno della vasca tutti gli strumenti di disinfezione.

In caso di dubbi sul funzionamento del clorinatore è sempre meglio rivolgersi a specialisti del settore, in grado di suggerire le migliori soluzioni per il caso specifico.

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